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Guernica, Pablo Picasso

Nel 1937 la situazione politica era ad un punto di rottura. Dopo aver tollerato il minaccioso riarmo tedesco ed il colpo di forza italiano in Etiopia, le democrazie borghesi assistevano inerti all'aggressione fascista in Spagna. In quella torbida atmosfera di paura e d'indecisione si apre a Parigi una grande Esposizione internazionale dedicata come sempre al lavoro, al progresso, alla pace.
Il padiglione spagnolo doveva essere ornato da un dipinto murale di Picasso, il pittore spagnolo ormai universalmente acclamato come il genio artistico del secolo. Pare che per il padiglione spagnolo di Parigi meditasse una vasta composizione allegorica. Ma, nell'aprile, si sparge la notizia che bombardieri tedeschi al servizio di Franco hanno attaccato l'antica città di Guernica, senz'altro scopo che fare una strage e seminare il terrore nella popolazione civile. Di colpo, Picasso decide che il suo dipinto sarà la risposta alla viltà e all'atrocità di quell'eccidio. Nasce così, in poche settimane, Guernica, che può dirsi l'unico quadro storico del nostro secolo. È tale non perché rappresenta un fatto storico, ma perché è un fatto storico. È il primo, deciso intervento della cultura nella lotta politica: alla reazione, che si esprime distruggendo, la cultura democratica risponde per mano di Picasso, creando un capolavoro.
In Guernica non c'è colore: solo nero, bianco, grigio. È escluso che Picasso si sia servito del monocromato per dare al quadro una tonalità cupa, tragica: tutto è chiaro, le linee disegnano con precisione i piani destinati a colmarsi di colore, ma il colore non c'è, è andato via. È escluso che il monocromato serva ad accentuare l'effetto plastico del reale, mette in evidenza il suo volumetrico: il rilievo non c'è, è andato via. Il colore e il rilievo sono due qualità con cui la natura si dà alla percezione sensoria, si fa conoscere. Eliminare il colore e il rilievo è tagliare il rapporto dell'uomo col mondo: tagliandolo, non c’è più la natura o la vita. Nel quadro c'è, invece, la morte; e non è rappresentata con le sembianze della natura o della vita, perché quella morte non è il termine naturale della vita, è il contrario. La scomposizione cubista, essendo analitica, mirava ad una conoscenza più precisa ed esauriente del dato oggettivo, nucleo simbolico: rispetto alla struttura limpida e articolata della logica il simbolo è oscuro, rigido, mortale. È facile verificare, di ogni elemento del quadro, I'ambivalenza realistica e simbolica: così nelle figure, nella cui morte violenta si rivela la violenza degli aggressori, come nelle cose (il lume a petrolio, la lampadina elettrica, la fiamma dell'incendio, il toro). Il simbolo, per la sua stessa paurosa fissità, è morte; passare dalla realtà al simbolo è passare dalla vita alla morte. Uccidendo i cittadini di Guernica gli aviatori tedeschi hanno deliberatamente, freddamente stroncata la vita, come natura e come storia. Ora ogni cittadino del mondo è obbligato a scegliere, non si può volere insieme la civiltà e il nazismo come non si può volere insieme la vita e la morte.
Naturalmente un artista non pronuncia un giudizio così decisivo e non pone al mondo un dilemma cosi perentorio se non sia consapevole della propria autorità morale e del significato storico del proprio gesto. La visione di Guernica è la visione della morte in atto: il pittore non assiste al fatto con terrore e pietà (i termini della rappresentazione secondo Aristotele), ma è dentro il fatto, non commemora o commisera le vittime, ma è tra le vittime. Con lui muore la civiltà il cui scopo era la conoscenza, l'intelligenza piena della natura e della storia. Guernica ha lo scheletro del quadro storico classico: lo scheletro, appunto, perché l'arte classica, con la pienezza delle sue forme e lo splendore dei suoi colori, è come soffiata via, distrutta dalla brutalità dell'evento. L'Europa non è la libertà e la pace, ma la guerra. Durante l'occupazione tedesca di Parigi, ad alcuni critici gli parleranno di Guernica Picasso risponderà amaramente: "non l'ho fatta io, l'avete fatta voi".
(Tratto da: L’Arte moderna, G. C. Argan)

Declinazoni:
Big (7x40 cm) - Small (4x40 cm) - Square (15x15 cm) - Earrings (4x4 cm)


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